Julieta, l’ultimo film di Pedro Almodóvar, è un film dove le assenze generano ingiustificati sensi di colpa e ingiustificati sensi di colpa costruiscono assenze. Dove il letterale e la cruda narrazione sono talmente forti da confondere e far pensare alla fine che invece sia tutto un simbolo, l’affastellarsi di quei due significati, colpa e assenza, attraverso più vicende, più persone. E viceversa: che uno non ci veda che simboli per poi grattare la superficie e non trovarci dietro nulla, se non un crudo dolore, una leopardiana verità mutuata dal mito, e già annunciata per bocca della protagonista, all’inizio della storia.
Julieta è un film molto bello.